Codice Etico

CODICE ETICO DELL’ANAI

(APPROVATO ALL’UNANIMITA’ DAL DIRETTIVO DEL 2/3/2019)

Art. 1 – Principi generali

I soci dell’ANAI adottano il seguente codice etico, che racchiude il complesso di norme di comportamento sancite dall’Associazione.

In particolare, il Codice Etico è segnatamente improntato alla promozione ed al rispetto dei seguenti principi e criteri direttivi:

  1. I soci avvocati sono tenuti al rispetto delle norme deontologiche forensi nazionali ed europee nonché delle norme statutarie, regolamentari ed etiche dell’ANAI. Stesso obbligo incombe sui soci sostenitori appartenenti ad altre esperienze professionali, che dovranno rispettare le norme deontologiche della loro professione;
  2. il conferimento di un mandato professionale deve presupporre una adeguata formazione e competenza del professionista dell’ANAI in ossequio al diritto di difesa di cui all’art. 24 della Costituzione, del Codice deontologico forense e della normativa di dettaglio applicabile;
  3. nel rispetto del ruolo del difensore impegnato nella tutela degli interessi dei propri assistiti, gli avvocati dell’ANAI si impegnano al pieno rispetto, alla lealtà ed alla correttezza professionale, sia nell’ambito professionale/associativo, che fuori.

Art. 2 – Rapporti tra difensore e assistito

Il rapporto fiduciario difensore/assistito non può prescindere dall’autorevolezza e autonomia dell’avvocato. Pertanto, ogni avvocato dell’ANAI, prima di accettare l’incarico, dovrà chiarire al proprio assistito ogni strategia defensionale ritenuta idonea e opportuna al caso concreto, con gli strumenti reputati più idonei all’uopo.  L’avvocato ANAI si impegna a proporre soluzioni e strategie proporzionate ed idonee al caso concreto prospettatogli, astenendosi dall’assecondare strategie (proposte o meno dal proprio assistito) che appaiano palesemente finalizzate alla ingiusta compressione dei diritti e interessi della controparte e/o a comportamenti potenzialmente illegittimi e/o in violazione di legge.

Nei propri scritti difensivi, l’avvocato dell’ANAI, anche nella concitazione di un procedimento altamente conflittuale, dovrà evitare l’eccessiva enfatizzazione dei fatti e ragioni del proprio assistito e l’utilizzo di espressioni gratuitamente offensive nei confronti della controparte o irriguardose in danno del collega e/o del tecnico di controparte, ai quale dovrà,  invece, dimostrare il massimo rispetto, salvo che la condotta di questi ultimi non violi palesemente le norme ed i regolamenti che disciplinano la lealtà ed il decoro degli esercenti la professione forense; in tale ultimo caso, l’avvocato dell’ANAI si impegna ad assumere le necessarie iniziative a tutela della correttezza professionale e della deontologia senza comunque indulgere in atteggiamenti di sterile polemica, onde evitare l’aggravarsi di situazioni conflittuali già accese.

Resta espressamente inteso l’impegno del socio ANAI ad operare per la tutela dei diritti di qualsivoglia persona e/o società, senza vincoli di esclusiva con riferimento a determinati generi o categorie delle stesse.

Art. 4 – Rapporti con i Mass Media, Social Network ed utilizzo della rete Internet

La comunicazione di notizie ai Mass Media e l’utilizzo di Social Network (anche nell’ambito del privato) sono operazioni che necessitano la massima attenzione e cautela, da parte degli avvocati dell’ANAI.

Gli avvocati dell’ANAI si impegnano pertanto ad astenersi dal diffondere, con ogni e qualunque mezzo, notizie riservate relative a procedure giudiziarie, salvo che l’intervento del difensore, a mezzo della stampa o di un social network, sia unicamente finalizzato a smentite, repliche o legittime precisazioni della posizione di uno o più assistiti. Resta tuttavia inteso che, anche in tale ultima ipotesi, l’utilizzo dei mezzi di stampa dovrà essere improntato alla massima discrezione ed essenzialità, sia nelle forme che nei toni, e non dovrà contribuire, in alcun modo, alla diffusione di notizie di cronaca e/o di apprezzamenti personali e/o pregiudizievoli nei confronti delle controparti.

Resta altresì fermo e chiaro, in capo agli avvocati dell’ANAI, l’onere di utilizzare tutti gli strumenti relativi alla rete Internet (quali l’inoltro di messaggi e-mail, la pubblicazione di articoli online su siti di notizie e/o su siti professionali, blog od altrove) con cautela e moderazione, nel rispetto delle controparti, dei colleghi ed in generale, dei terzi a qualsiasi titolo coinvolti. La presente disposizione trova segnatamente applicazione nei confronti delle pagine promozionali dell’Associazione, gestite tramite le aree dedicate del suo sito internet istituzionale.

Art. 5 – Informativa preliminare all’assistito

Nel rispetto delle previsioni di legge, nonché delle linee guida e dei provvedimenti del CNF in materia, prima del conferimento dell’incarico, l’avvocato dell’ANAI dovrà illustrare i costi di massima della propria attività legale e le strategie difensive che dovranno essere adottate, senza mai garantire tempi e risultati del processo, e prospettando con onestà ogni necessario dettaglio utile all’assistito per comprendere l’ampiezza ed il contenuto dell’incarico conferendo.

Per questioni di decoro umano e professionale, il socio ANAI si impegna a parametrare i propri compensi professionali in maniera equa e ragionevole, nel rispetto della vigente normativa, astenendosi da eccessivi ribassi, sconti-fedeltà, od altre pratiche funzionali all’accaparramento sistematico di clientela ed al discredito del prestigio della professione forense.

Art. 6 – Rapporti con i collaboratori e consulenti tecnici di parte

Il socio ANAI si impegna a contribuire con rispetto e sensibilità alla crescita professionale dei propri collaboratori, istruendoli alla correttezza ed alla deontologia professionale e sensibilizzandoli al rispetto del presente codice etico.

Parimenti, il socio ANAI si impegna a rendere edotti i propri consulenti tecnici di parte dell’esistenza del presente codice etico, ed a richiedere il loro impegno a rispettarne pedissequamente i principi.

Art. 7 – Rapporti con altre Associazioni Forensi, CNF e Ordini Forensi

Tutti gli avvocati dell’ANAI operano nell’interesse e nel rispetto della Classe Forense tutta, senza esclusione alcuna.

Per tale ragione, essi si impegnano a curare e mantenere i migliori rapporti di mutuo rispetto e collaborazione nei confronti degli altri colleghi avvocati, nelle altre Associazioni Forensi e dell’Avvocatura tutta. In tale spirito, gli avvocati dell’ANAI si impegnano al pedissequo rispetto di tutte le disposizioni ed ai regolamenti del Consiglio Nazionale Forense e di tutti gli Ordini Forensi locali.

Art. 8 – Obbligo di rispetto delle risoluzioni dell’ANAI

Per l’esercizio delle proprie attività di tutela della professione forense e dei propri iscritti, l’ANAI emette periodiche e democratiche risoluzioni ed atti di indirizzo programmatico.

Ogni socio ANAI si impegna pertanto a rispettare le direttive assunte dall’Associazione, astenendosi dall’esternare propri pubblici dissensi che ne possano scalfire l’immagine, il decoro e la credibilità, sia a livello locale che nazionale.

Tutti i soci ANAI hanno il dovere di concorrere alle attività e alla crescita dell’Associazione, presenziando costantemente alle attività formative, alle assemblee e alle riunioni da essa indette o programmate.

È fatto tassativo divieto al socio ANAI di divulgare all’esterno notizie, comunicati e/o qualsivoglia informazione che riguardi le decisioni e le strategie assunte od in corso di assunzione da parte dell’Associazione.

Art. 9 – Controllo sul rispetto del codice etico - Sanzioni

Il socio ANAI ha l’obbligo di mettere a disposizione degli organi competenti dell’Associazione ogni elemento utile per l’accertamento dei propri comportamenti e dei requisiti richiesti dal presente codice etico.

Per quanto non previsto ci si riporta alle norme statutarie e regolamentari dell’ANAI, in quanto applicabili.

La violazione, da parte del socio ANAI, delle norme del presente codice etico può comportare, secondo le norme previste nello statuto e nel rispetto dei criteri di gradualità e proporzionalità, la sua sospensione, l’interdizione da una o più sezioni e/o riunioni e, nei casi di particolare gravità, anche l’espulsione dall’Associazione.

 

Roma,  02/03/2019

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