RELAZIONE SUL XXXIII CONGRESSO NAZIONALE FORENSE

Nelle giornate del 6, 7 e 8 ottobre 2016 si è svolto al Palacongressi di Rimini il XXXIII Congresso Nazionale Forense che ha visto la partecipazione di più di mille avvocati provenienti da tutte le parti d’Italia sul tema: “Giustizia senza processo? La funzione dell’Avvocatura”.

La massima assise dell’Avvocatura si è aperta giovedì mattina con i saluti portati dall’Avv.  Giovanna Ollà, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Rimini, seguita dal Presidente e dal Procuratore Generale della Corte d’Appello di Bologna e dal Presidente e dal Procuratore del Tribunale di Rimini tutti concordi nel riconoscere, per far funzionare il sistema giustizia, l’importanza della collaborazione tra magistrati e avvocati dal cui appoggio  culturale e operativo non si può prescindere.

Tutti dovremo cogliere il cambiamento ed oggi le sfide che si presentano all’orizzonte riguardano le specializzazioni e le risoluzioni alternative della controversie.

Dopo il saluto dell’amministrazione comunale della città ospitante il Congresso sono seguiti gli interventi del Presidente del C.N.F. Andrea Mascherin, del Presidente dell’O.U.A. Mirella Casiello e del Presidente di Cassa Forense Nunzio Luciano.

Il primo ha illustrato alla platea l’impegno profuso dal C.N.F. per poter avere protocolli uniformi in merito agli importi liquidati nei casi di ammissione del patrocinio a spese dello Stato e dell’importanza di concordare con i Giudici della Suprema di Cassazione il contenuto dell’atto sintetico dove l’avvocatura deve prestare la massima attenzione altrimenti si rischia un’enorme penalizzazione nell’esercizio del diritto di difesa.

Ha poi ricordato il ruolo straordinario che ci viene riconosciuto nella negoziazione assistita dove l’avvocato è divenuto certificatore della volontà delle parti, facoltà da sempre riconosciuta ai soli notai

Quindi ha espresso la sua opinione politico in merito all’art. 39 L.P. in vista della votazione delle mozioni statutarie che si sarebbe tenuta il giorno seguente: “Il cuore dell’avvocatura sono i Consigli degli Ordini all’interno dei quali non ha senso parlare di maggioranza e di minoranza”.

Infine, ha concluso comunicando la recente sottoiscrizione di un protocollo con il M.I.U.R.: “l’Avvocatura entra nelle scuole per parlare di legalità”.

Più teso e meno meditato il discorso dell’Avv. Mirella Casiello, Presidente dell’O.U.A., organismo sulla cui fine e sulla cui continuazione il Congresso il giorno successivo si sarebbe dovuto esprimere.

La Collega ripercorre l’attività compiuta dall’O.U.A. in questo ultimo biennio, un lavoro svolto senza mezzi economici, poiché tantissimi Consigli degli Ordini hanno negato il contributo economico, l’impegno profuso in materia di gratuito patrocinio,  di  equo compenso e di risoluzioni alternative alle controversie, quest’ultimo tema congressuale

Ricorda il lavoro dell’organismo svolto per essere fattivamente presente su tutto il territorio.

Diverse, rispetto a chi l’aveva preceduta, le parole spese sull’art. 39 L.P.: il Congresso è la massima assise dell’Avvocatura ed è la sede dove si deciderà su chi avrà la rappresentanza politica; se lasciarla all’organismo già esistente ovvero se attribuirla ad altro. La decisione finale dovrà essere condivisa fra tutti i delegati che non dovranno permettere a pochi, che già si sono accordati in riunione chiuse ai più, di assumerla. Esplicito il riferimento all’Agorà dove per due anni i delegati dai presidenti dei Consigli degli Ordini e quelli dell’Unione – escluse tutte le associazioni – in completa solitudine, hanno elaborato la mozione statuaria che, qualora approvata decreterà la fine dell’O.U.A. e la nascita di un nuovo Organismo senza alcuna continuità con il precedente.

Non sono mancati i riferimenti all’iniziativa editoriale Il Dubbio e agi ormai famosi gettoni del C.N.F.

Più disteso l’intervento del Presidente della Cassa Forense che ha presentato il documento relativo al primo bilancio sociale della Cassa con l’obiettivo di comunicare agli stakeholders, non solo avvocati e dipendenti, ma anche istituzioni finanziarie e pubbliche, media, mondo accademico ed Europa, tutto ciò che Cassa Forense ha fatto in questi anni interpretando al meglio le istanze di una professione in continuo cambiamento»

Nunzio Luciano ha poi sottolineato l’efficienza di un Ente che non raccoglie unicamente contributi e paga pensioni, ma si rivela efficiente nell’allocare le risorse nella distribuzione solidale dell’assistenza attiva e passiva.

Sono state individuate, ha continuato,  quattro aree di intervento: professione, situazione di bisogno, salute e famiglia. Per quest’ultima si stanno approntando forme di sostegno come contributi per coprire le spese di asili nido e primo anno di scuole materne; borse di studio per gli orfani e per gli iscritti.

Sono poi al vaglio investimenti per migliorare la qualità della professione: borse di studio specialistiche e per competenze professionali; per acquisire il titolo da cassazionista; contributi finalizzati per lo sviluppo economico dell’Avvocatura e contributi finalizzati a ridurre i costi della professione agevolandone l’esercizio

Di assoluto pregio, nella sessione pomeridiana della prima giornata, la tavola rotonda presieduta e coordinata dall’Avv. Giovanna Ollà, tutta incentrata sulla nuova legge sulla difesa d’ufficio in collaborazione con l’Unione delle Camere Penali Italiane.

Dopo un bellissimo video in ricordo della Collega Paola Rebecchi, recentemente scomparsa, si sono avvicendati gli interventi degli Avv.ti Beniamino Migliucci, Anna Chiusano, Dario Lunardon, Federico Lugoboni Roberto Ghini,  Antonino Graziano, Marco Lepri,  Vincenzo Comi,  Paola Ponte e del Dott. Giacomo Ebner, componente della Giunta Associazione Nazionale Magistrati Distretto di Roma.

È stata illustrata alla platea, con estrema linearità, la nuova normativa evidenziando l’importanza della preparazione che deve avere il difensore d’ufficio.

            Il secondo giorno è stato certamente quello più importante poiché si sono votate le mozioni statutarie, anzi la mozione statutaria.

Le operazioni di voto non si sono volte in un clima sereno.

Dapprima si sono presentati grossi problemi per l’uso dei telecomandi; per quasi due ore si sono susseguite prove tecniche poiché non tutti gli apparecchi risultavano funzionanti quindi dal Presidente Mascherin ci è stata data indicazione che si sarebbero impiegate le schede cartacee.

Diversi votanti hanno deciso così di restituire i telecomandi.

Segue la presentazione della prima mozione quella che, se approvata, avrebbe decretato la fine dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura e la nascita senza soluzione di continuità dell’Organismo Congressuale Forense, frutto delle riunioni dell’Agorà.

A farla è il suo ideatore Avv. Sergio Paparo, Presidente del Consiglio dell’Ordine di Firenze, il quale anziché illustrarla alla platea come da regolamento  decide di rispondere agli attacchi ricevuti in questi mesi dai suoi detrattori.

Precisiamo per tutti i nostri lettori che coloro che avevano diritto di voto, tra cui gli scriventi, sin dalla mattina (le operazioni di voto sono iniziate alle 15,30) hanno avuto a disposizione tutte le mozioni sulle quali avrebbero dovuto esprimersi (più di 200 pagine da studiare).

Dopo la non esposizione della mozione, come da regolamento sono seguiti un intervento a favore del no, enucleato in sette motivi dall’Avv. Alberto Vigani ed uno per il sì, illustrato dall’Avv. Giovanni Malinconico Presidente dell’Unione del Lazio.

Al contrario di quanto avvenuto nei precedenti Congressi (Genova, Bari e Venezia) non è stato stabilito un termine massimo di durata per gli interventi (sia relativi alla presentazione delle mozioni che alla dichiarazione del diritto di voto) e tanto ha certamente creato sperequazione (ricordiamo che a Bari poiché aveva superato il limite temporale fu immediatamente tolta dal Presidente dell’Assemblea la parola al compianto Paolo Giuggioli allora storico Presidente dell’Ordine di Milano).

Al momento delle votazioni veniamo invitati a munirci nuovamente di telecomandi poiché dai tecnici ci venivano date certe rassicurazioni sul loro funzionamento.

Senza alcuna prova preventiva l’assemblea votava. Su 929 votanti (quorum richiesto 465) 591 favorevoli, 204 contrari 134 non votanti.

Mozione approvata. Vincono gli Ordini, perdono le Associazioni (NDR).

Nasce l’Organismo Congressuale Forense; muore l’O.U.A. Piccolo particolare (abbiamo studiato): la carica di componente dell’O.U.A. era incompatibile con quella di componente del C.N.F. del C.d.A. e del Comitato dei Delegati della Cassa di Previdenza nonché con quella di Presidente e componente del C.d.O.

Per l’O.C.F. tutto questo non è statuito: solo la carica apicale, di Coordinatore, è incompatibile con quella di Presidente di C.d.O, di componente C.N.F., Cassa e C.D.D. di quella di legale rappresentante delle Unioni delle Associazioni Forensi e di quelle specialistiche

Dopo gli appalusi e le strette di mano fra i Presidenti di qualche C.D.O, si apprende, per fatti concludenti, che nessuna delle altre mozioni sarebbe stata esaminata,  sia quelle di senso opposto come è ovvio che sia (sono superate da quella approvata) ma anche quelle modificative o integrative di quella appena passata.

La giornata si conclude nel dubbio. Tutti a cena.

Sabato. Ultimo giorno del congresso.

La mattina si apre con la votazione delle mozioni politiche (altre 70 pagine studiate in meno di un’ora).

Ad occhio in sala manca la metà dei congressisti con diritto di voto. Probabilmente per loro la chiamata alle armi valeva solo per il pomeriggio precedente.

Non sono neppure presenti coloro che dovrebbero presentare le mozioni. Si cercano sostituti: Finalmente cominciamo.

Dopo la presentazione della prima mozione il Presidente Andrea Mascherin ci invita a votare per alzata di mano.

Da qualche viso trapela perplessità e dubbio.

Diversi presenti manifestano insofferenza poiché tecnicamente si dovrebbe votare con il telecomando dato solo a coloro che rappresentano l’elettorato attivo. Serpeggia l’idea che i telecomandi non funzionano ne hanno mai funzionato. Di fronte alle proteste di alcuni per le modalità scelte ci viene chiesto sempre per alzata di mano se vogliamo continuare con detta modalità. Prevale il sì. La perplessità rimane, qualcuno sorride.

Continua la presentazione delle mozioni e sembra che gli animi si siano rasserenati.

La calma dura poco.

Non appena viene illustrata la mozione sul socio di capitale un collega appartenete all’Associazione Nazionale Forense chiede di intervenire a favore del no ma anziché argomentare espone a tutti i presenti che in realtà molte mozioni tra cui la sua diametralmente opposta a questa, non sono state ammessa dalla Commissione Mozioni poiché non attinente al tema del congresso.

Si viene a sapere che sono state escluse anche quelle aventi ad oggetto l’iniziativa editoriale il Dubbio e i famosi gettoni dei membri del C.N.F.

Il Presidente Mascherin ricorda a tutti il regolamento congressuale che prevede il reclamo per l’esclusione delle mozioni

L’insofferenza aumenta sino a che ufficialmente l’Associazione Nazionale Forense abbandona il Congresso (circa 60 delegati)

La votazione riprende per alzata di mano.

Quasi tutti le mozioni politiche vengono approvate. Per l’elenco esaustivo rimandiamo al sito dell’O.U.A.

La maggior parte ha riguardato la tematica del gratuito patrocinio e della mediazione.

In particolare l’assise congressuale ha deciso di  dato mandato al C.N.F. e  all’O.C.F. affinché venga emanata una nota o una circolare che precisi il tetto reddituale per l’ammissione al beneficio, indicando con precisione la definizione di ogni reddito da imputare,  segnalando la computabilità o meno delle rendite INAIL e delle indennità di invalidità e disabilità nonché che venga definito uno standard nazionale unico per la modulistica; che il beneficio venga esteso all’istituto della negoziazione assistita.

Passate poi le mozioni presentate dal C.d.O. di Milano tra le quali quelle che chiedono l’estensione della normativa della negoziazione assistita alle ipotesi di regolamentazione di relazioni genitoriali tra coppie non coniugate o tra coppie conviventi di fatto, nonché nelle controversi di cui all’art. 409 c.p.c.

I votanti hanno detto non  all’introduzione del socio di capitale nelle società di avvocati

Tantissimi gli applausi per il Presidente dell’Ordine di Castrovillari Roberto Laghi che con la sua mozione, chiaramente approvata,  ha chiesto la messa in campo di ogni iniziativa utile per la tempestiva approvazione di una legge che prevede la partecipazione nella misura di un terzo dell’avvocatura nei Consigli giudiziari Distrettuali in funzioni e posizione paritarie rispetto ai compone eletti dall’Ordine Giudiziario.

Sul finire giunge la forte protesta dell’Avv. Lucignano sul funzionamento del Congresso

La mattina si è conclusa poi con l’intervento, apprezzato dall’auditorium del Ministro della Giustizia Andrea Orlando giunto alle ore 12,30 ed intervistato da Giovanni Negri del Sole 24 Ore.

Il Guardasigilli ha subito manifestato la propria soddisfazione per la costituzione dell’Organismo Congressuale Forense poiché questo darà forza all’avvocatura che sul piano politico si potrà presentare unitaria come classe dirigente; ha comunque subito tenuto a precisare che non tutto oggi è confluito in questo nuovo organismo che dovrà, comunque sempre ascoltare le associazioni.

Ha ricordato a tutti quanto per lui sia importante l’interlocuzione con l’Avvocatura sempre ascoltata: la proposta di legge è sempre stata modificata o integrata prima di divenire disegno di legge.

Oggi nell’Ufficio Legislativo del Ministero della Giustizia è entrato un avvocato; quell’Ufficio inizia così a non essere più appannaggio della sola Magistratura.

Un tema sul quale si è poi soffermato è stato quello sull’equo compenso; oggi sul mercato si avverte una forte sperequazione che non è legata alla trasparenza; la domanda determina l’offerta relegandola a margini inaccettabili in termini economici; pochi soggetti non possono determinare le regole del gioco.

In conclusione non poteva mancare un riferimento alla politica e all’uso che questa fa dei processi per colmare la propria carenza di idee. Il processo penale deve solamente servire per sapere se un soggetto ha o meno commesso un reato.

Applausi finali.

 

That’s all

Per i più curiosi abbiamo predisposto un gruppo su facebook, contraddistinto dalla foto scattata ai nostri tre tesserini dove abbiamo caricato in tempo reale immagini  e video; chiunque può fare richiesta per essere inserito.

 

Marco Fanciulli, Massimo Canonico e Raffaella Giovannelli

19/10/2018

Documento n.10821

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